The Blue Marble - Dispaccio #1
“Da quando Jurij Gagarin divenne il primo uomo nello spazio, nel 1961, solo 567 persone hanno visto casa nostra con i propri occhi. Per vedere la Terra come un globo, bisogna raggiungere una distanza di almeno trentaduemila chilometri. «Blue Marble» non fu la prima fotografia della Terra, ma fu la prima in cui la si vede tutta illuminata. (…)
Apollo 17 fu l’ultima missione lunare con uomini a bordo e, quando l’equipaggio arrivò alla meta, raccolse più campioni lunari di qualsiasi altra spedizione. Ma il suo contributo più duraturo all’umanità è costituito dalle immagini della Terra. Per usare le parole di William Anders, astronauta dell’Apollo 8 – l’uomo che scattò «Earthrise», una fotografia precedente a «Blue Marble» – «Abbiamo fatto tutta quella strada per esplorare la Luna e la cosa più importante che abbiamo scoperto è la Terra».
Molti hanno attribuito la nascita del movimento ambientalista a quelle prime fotografie della Terra. C’è chi sostiene che l’evidente fragilità del pianeta in quelle immagini – solo, senza appoggi, sospeso su uno sfondo nero – abbia suscitato il desiderio collettivo di proteggerlo.
Spesso gli astronauti si sono detti profondamente commossi, e trasformati, dalla vista della Terra dallo spazio. (…).
Due cose inducono soggezione: la bellezza e la vastità. È difficile immaginare una bellezza e una vastità più sconvolgenti del pianeta visto dallo spazio, incastonato com’è in un vuoto nero all’apparenza infinito. È forse la rappresentazione più chiara dell’interconnessione, dell’evoluzione della vita, del tempo profondo e dell’infinità. Da quel punto di vista privilegiato, l’«ambiente» non è più un ambiente, un concetto, un contesto, laggiù, fuori di noi. È tutto, noi compresi. (…)
Da quando Jurij Gagarin divenne il primo uomo nello spazio, nel 1961, solo 567 persone hanno visto casa nostra con i propri occhi. Quasi tutti gli astronauti hanno visto la Terra parzialmente in ombra, ed è probabile che a spingere l’equipaggio dell’Apollo 17 a fotografarla sia stata la rara possibilità di osservarla completamente illuminata. (…)”.
Foer, Jonathan Safran, Possiamo salvare il mondo, prima di cena. Perché il clima siamo noi, cap. 3, par. Uno sguardo a casa, Guanda, 2019.