Ok, commuters
Quella dei pendolari è una comunità di 30 milioni di persone, eppure in pochissimi se ne preoccupano.
Gianni Rodari e i treni
Non diversamente una parola, gettata nelle mente a caso, produce onde di superficie e profondità, provoca una serie infinita di reazioni a catena, coinvolgendo nella sua caduta suoni e immagini, analogie e ricordi, significati e sogni, in un movimento che interessa l’esperienza e la memoria, la fantasia e l’inconscio e che è complicato dal fatto che la stessa mente non assiste passiva alla rappresentazione, ma vi interviene continuamente, per accettare e respingere, collegare e censurare, costruire e distruggere.
Antefatto: una mattina di dicembre
Quella mattina di dicembre 2018 la sveglia era suonata puntuale, ma la preparazione per uscire di casa era stata un po’ lenta e mettere in fila tutto il necessario per la giornata più macchinoso del solito. Il tempo sembrava correre più svelto.
Vita da pendolare, parte prima
La Padania, un territorio senza confini “nazionali”, ma definito da azioni politiche e imprenditoriali.
Vita da pendolare, parte seconda
Tenendo a mente la questione esplorata nell’episodio precedente, un altro elemento a proposito del passato è il mutato valore che il pendolarismo ha assunto nel tempo. Nuto Revelli, che nel 2019 è stato celebrato per i cent’anni della sua nascita, è stato un ufficiale alpino sopravvissuto alla campagna di Russia, partigiano nella zona di Cuneo e, dopo la Liberazione, attento studioso dei cambiamenti sociali in atto durante il boom economico.
Una specie in via di estinzione?
Occorre che la gente impari a non muoversi, a non collaborare, a non produrre, a non farsi nascere bisogni nuovi, e anzi a rinunziare a quelli che ha. La vita agra, Luciano Bianciardi, pag 162, 1962.
Finale a sorpresa con sentimento
Salivano in treno a Codogno tutti i venerdì, e il bambino andava a Milano perché i suoi genitori erano separati; doveva passare cinque giorni col padre a Codogno e il fine settimana a Milano con la madre. La bambina andava a Milano perché era in cura da uno psicanalista, per un suggerimento di qualche dottore, che suo padre aveva trovato giustissimo.