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Un signore proprietario

·434 parole·3 minuti

Un signore proprietario,
ormai ricurvo perché quasi nonagenario,
possiede palazzine, alloggi,
autorimesse e, proprio oggi,
ha acquistato un podere
dove appoggiare il suo flaccido sedere.

Non è cattivo, dimostra grande generosità
quando intesta all’immortale mamma tutte le sue società.
Per il resto, è solo molto attento,
scrupoloso negli affari e nel testamento.

Vorrebbe lasciare a tutti i figli
la legittima, se solo non avessero gli artigli,
e tenersi tutto per sé, ché non si sa bene
dopo la morte cosa viene.

Per questo ancora si ostina
ad affittare a lusso una cantina,
a considerare un’offesa inflitta
il rifiuto di 5000 euro per una soffitta.
Lui imperterrito non paga le spettanti spese
condominiali, così, mese dopo mese,
quei poveri affittuari
si ritrovano indebitati anche se regolari,
senza pulizie delle scale,
con l’ascensore che non risale
e l’immondizia accumulata in cortile
che una discarica sarebbe più signorile.

“Ma come fa”, si chiede la gente,
“a continuare a fare il fetente
senza che le autorità cittadine
ai suoi affari mettano fine?”
Ebbene, state attenti,
i furfanti sono i più gentili con i clienti.

Ogni contratto dai suoi avvocati scritto
segue quanto dalla legge prescritto,
non c’è alcuna furberia
ed è proprio qui la magia,
perché se tutto sembra a posto
uno non pensa che poi sia l’opposto:
che, per esempio, piova disgraziatamente dal soffitto
sul lampadario del salotto,
rischiando di causare un incendio indotto
dall’elettricista sbadato
che la messa a terra dell’impianto ha dimenticato.

Questi contratti che sottoscrive
non contengono frasi abusive,
soprattutto se chi legge
non conosce bene la legge,
ed è distratto perché
cerca urgentemente per sé,
i genitori e i suoi figli
un alloggio con dei giacigli.

Ormai avete capito che questo signore palazzinaro
ha amore solo per il denaro,
così tanto che, meschino,
non si accorge di essere un fagiolino,
capace di beccarsi le fregature
come quelle che pure
lui rifila ai malcapitati:
una volta comprò “da signori fidati”
dieci terreni e una villona liberty intera
che non esistevano nella vita vera.
Cadde così in una truffa ben congeniata
che lui aveva profumatamente pagata.

Ma questo non vi consoli,
perché, sebbene rimase con in mano due fagioli,
addirittura a un certo punto della storia
lo ritroviamo coinvolto in un’azione meritoria,
chiamato a ristrutturare un edificio
capace di portare beneficio
alle persone che per un motivo o per l’altro
ne avevano bisogno. Ma quello, scaltro,
con gli amici suoi che abbiamo imparato a riconoscere
dalle budella che fan contorcere,
nella sua impresa, ha solo un intento:
continuare felice e contento
a comprare tutta quanta la città
in modo che diventi una sua unica proprietà.